sabato 24 ottobre 2009

Tra i pensieri di Montemario [4]

I Sentieri della nonna, in Giappone tra domani e l'altro domani

"Tra i pensieri di Montemario."

Episodio* 4 di 6

“Vale una promessa fatta ad un sogno?” Montemario respirava profondamente; la vista annebbiata da una cataratta che raramente gli lasciava tregua e che comunque non gliel'avrebbe lasciata ora.
“Vale una promessa fatta ad un sogno?” Era una domanda che si era posto tanti decenni fa in un viaggio del quale i ricordi si erano fusi e nascosti in un monoblocco così impenetrabile che Mikkeli non sapeva più se era in Finlandia, Norvegia o Tanzania. La Tanzania la escluse poi per non esserci mai stato ma al momento faceva rima quindi poteva far parte della lista. Quanto lo avevavno affascinato i suoni, i ritmi e le rime. Tanti anni. Tanti anni fa.
La risposta doveva essere no. Una promessa fatta ad un sogno non vale. O non dovrebbe valere vista l'inesauribile forza d'animo necessaria e francamente, pensava, anche incompatibile con la gestione di Milvia cui da qualche anno si era aggiunto anche il povero Ruggero. Non c'era più spazio neanche per pensare ad aspirare ad essere felici, figuriamoci esserlo per davvero. Pochi minuti prima aveva ri-salvato la vita alla moglie che cercando di fotografare un furetto indietreggiando piano piano aveva portato i capelli alla portata della sigaretta di un inconsapevole e distratto ragazzo giapponese. Non farle prendere fuoco alla nuca era stata impresa titanica. La cataratta era implacabile ma almeno stavolta era stata un filo più debole delle sue ancora invidiabili attenzione ed agilità. “Don't touch my brain” le aveva detto stizzita la moglie inizialmente e “"E' questo quello che intendi quando dici che devi badare alla mia vita costantemente ?" le aveva chiesto poi, molto amorevole.
“La pazienza è una virtù morta” bofonchiò tra sé e sé prima di rituffarsi nel suo silenzio, al riparo dei suoi pensieri a frugare trai i ricordi che erano come prima sempre a Mikkeli; più precisamente all'ingresso di un piccolo chalet sulle rive di uno dei mille laghi.
Non deludermi le aveva chiesto quel sogno. E lui in una notte finlandese “ Sì era la Finlandia, c'era la sauna all'ingresso dello chalet” si era ricordato, aveva promesso che non l'avrebbe fatto, che non avrebbe deluso in quel sogno la persona che glielo aveva chiesto, che non si sarebe deluso di se stesso. Quale fosse il volto cui promise quella sciocchezza invece non lo ricordava; né il nome e neanche per cosa lottare sempre e per cosa non mollare mai.
“Che scemenza, che scemenza” borbottava.
Comunque sia, la risposta era no. Una promessa fatta ad un sogno non vale.”Morirà la promessa. Meglio a lei che a me” pensava. Morirà il sogno.
Molto vivi invece erano Altoneen e Tuttopube : un presente immeritabile anche per chi come lui uccideva i suoi sogni.
“Pisellami! Ti sta dicendo quell'uccello.” Urlò Tuttopube indicando l'ennesimo airone sull'ennesimo torrente. “ Quello che hai detto è incongruente e contronatura” Rispose l'ingegnere alterato.
” Un presente immeritabile” pensò l'anziano Montemario.
Nel frattempo Milvia stava parlando al quattordicenne “Lo sai , caro, la nonna non ha la capacità di astrazione tra la carta e la realtà”
”Nonna, quello che hai detto non significa un cazzo”. Rispose Ruggero.
Ecco.
Per l'appunto.
Immeritabile.
Montemario borbottò tristi ed incomprensibili parole. “Dicevi qualcosa tesoro ?” Le chiese la nonna. “La pazienza è una virtù morta” rispose, quasi gridando. Poi sospirò amaramente "ll matrimonio è cercare di risolvere in due i problemi che non avresti da solo."


A sabato prossimo per il quinto episodio : Tuttopube il Katanese.


* Le frasi evidenziate in corsivo sono state realmente pronunciate in terra giapponese da persone reali. I 6 episodi che compongo questo piccolo racconto vogliono cercare di inserijavascript:void(0)re queste battute altrimenti sparse e senza nessi in un contesto coerente. I personaggi che compaiono, fortemente caricaturati, non possono e non vogliono quindi avere alcuna attinenza con la realtà.

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