sabato 31 ottobre 2009

TuttoPube il Katanese

I Sentieri della nonna, in Giappone tra domani e l'altro domani

"TuttoPube il Katanese"
Episodio* 5 di 6

Il treno era arrivato ma il viaggio era ancora lungo; raccolti gli zaini e scesi pochi scalini una nuova biglietteria attendeva i sei compagni di viaggio. Qui andò in onda la solita scenetta: ognuno per affermare la propria sagacia sosteneva la propria idea su quale fosse la direzione giusta quale il corretto autobus, il percorso più veloce o quello più economico; solo l'ingegnere, stanco di risolvere continuamente problemi non partecipava alla gara lasciando compagni carta bianca su tutto. Se ne stava in disparte e guardandosi attorno pensava tra sé e sé "Mado' sono il più alto della stazione. Nessuno è più alto di me. Questo che vantaggio sociale mi dà ?"
Milvia si era gettata su una sua coetanea giapponese chiedendole informazioni su come recarsi sull'isola di Mihajima che lei si ostinava a chiamare the Monkey's island. La signora Midori dopo aver frugato incessantemente tra le sue memorie alla ricerca di una improbabile isola delle scimmie ebbe una fortunata ispirazione “No Monkeys!!! Bambies !!! Bambie's island!!!” le indicazioni successive non furono ulteriormente ascoltate anche perchè il gruppo non si stava recando su nessuna stupida isola; quello specifico luogo, Mihajima, peraltro era stato già visto qualche giorno prima ma le capacità cerebrali di Milvia avevano definitivamente ceduto alla stanchezza, le sillabe tendevano a fondersi tra di loro e qualunque sua affermazione era di fatto un accozzaglia di suoni priva di significato.
Un secondo tentativo di dirottare il gruppo verso Shinjo, fu stoppato a pochi metri da Milvia dall'ingegnere che aveva, evidentemente e finalmente, una risposta sui vantaggi sociali della sua altezza “No Shinjo no, nè Toposhinjo né altrove tu dica di andare,” Affermò categorico. Tuttopube che per l'ennesima volta si sentiva contraddire mise mano immediatamente alla sua Katana a serramanico.
Lo scintillio dell'acciaio di Sicilia brillò in una giornata giapponese di sole.
Quella spada forgiata direttamente da Efesto, o almeno così si diceva, nelle segrete fucine dell'Etna, aveva passato indenne generazioni di Tuttipube per finire tra le sue mani, ultimo erede di una tradizione di vendette brutali, giustizia ordalica e fiumi di sangue arterioso.
La leggenda voleva che il Dio greco, convinto da Prometeo a creare l'arma più letale che si potesse maneggiare, a seguito dell'incatenamento del suo committente ad una montagna si decise a regalare a due viaggiatori le armi prodotte dalla sua incudine, dal suo martello e dal suo claudicante talento.
Una prima persona, un uomo incredibilmente alto, scelse i bastoni Filippini; al secondo, l'avo di Tuttopube per l'appunto, non rimase che la katana. Prometeo che però aveva richiesto un' arma ed una sola, profetizzò dalla montagna che una delle due avrebbe un giorno vicino o lontano, provato la sua superiorità sull'altra.
Lo scontro a memoria umana non ebbe mai luogo.
L'uomo dei bastoni filippini fu assoldato dai Pigmei che erano impegnati nella loro lunga guerra contro; un giorno, tornando da una battaglia , stanco ma soprattutto disabituato alle dimensioni delle abitazioni di quel remoto paese, , sbattè violentemente la testa contro la traversa di una porta e morì; per quanto si sostenesse quell'uomo avesse un figlio e che quel figlio fosse con lui al suo spirare non ci fu modo di rintracciare né il ragazzo né i bastoni.
Efesto cui doveva comunque esser nota la risposta d'altro canto non risolse la questione; la scomparsa del politeismo di matrice greco-romana dall'orizzonte culturale europeo fece il resto annegando definitivamente quesito e soluzione nelle melmose acque dell'oblio. Melmose almeno fino a quel momento.
Ti uso come boa di carne” gridò ad Altoneen puntandogli contro la mai vinta lama.
“Io sono Tuttopube il Katanese ed ora anche tu proverai l'eleganza del dolore”
L'alba di un ghigno tutt'altro che sorpreso illuminò il volto dell'ingegnere.

A sabato prossimo per il quinto episodio : Nè per il mare, nè per il bosco.

* Le frasi evidenziate in corsivo sono state realmente pronunciate in terra giapponese da persone reali. I 6 episodi che compongo questo piccolo racconto vogliono cercare di inserijavascript:void(0)re queste battute altrimenti sparse e senza nessi in un contesto coerente. I personaggi che compaiono, fortemente caricaturati, non possono e non vogliono quindi avere alcuna attinenza con la realtà.

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