domenica 11 ottobre 2009

In treno verso Kamikochi [2]

I Sentieri della Nonna : in Giappone tra domani e l'altro domani.


“In treno verso Kamikochi .”
Episodio* 2 di 6.

"Ho già analizzato questo problema: si tratta di un cambio logico e non fisico" La frase fu seguita da un silenzio di convinta ammirazione ed anche il vagone del treno sembrava improvvisamente essersi rischiarato di una luce di cristallina intelligenza.

Pur di essere rassicurate le persone riterrebbero valida qualunque affermazione e questa, pur priva di un significato reale, venne accolta con generale soddisfazione. Non era necessario scendere dal treno, caricarsi di nuovo gli zaini sulle spalle, litigare a voce alta davanti ad una mappa o trovarsi di fronte, di nuovo, un' altra timetable vergata unicamente in giapponese. Si sferragliava tranquilli verso la valle di Kamaguchi, infilata dalle locali divinità tra le Alpi giapponesi occidentali. Od orientali forse.

Rassicurati i compagni di viaggio, l'ingegnere si rituffò nel suo dolcetto, acquistato pochi minuti prima in un minimarket . “Sembra di mangiare una nuvola” pensava deliziato.

Quanto fa 9400 ?”. Un ottusa oscurità ripiombò velocissima nel vagone. Ruggero, il quattordicenne tutto moda e pantaloni corti, già da tempo impastato tra pensieri evidentemente impegnativi, volendo sapere a quanto corrispondessero in euro 9400 yen, aveva eliminato dalla domanda le parti che riteneva superflue. La risposta gli venne saldata in risate e non in numeri; impermalosito ma non domo, puntando i suoi occhi verdi e inferociti verso la persona che rideva nella maniera più sguaiata, quella con un corpo di scimmia ed una testa di cazzo, e dopo aver ripetuto tra sé e sé il suo mantra “ Io porto la luce e la ragione con i miei miti e le mie fantasie.” passò alle minacce “per 10 minuti ti dò ancora alito...”. Le tenebre già dense si fecero ancora più fitte, le risate altissime. Ruggero comprese il momento ed optò per la frustrazione ed il silenzio dirigendo gli occhi oramai sconfitti sul paesaggio che sfuggiva lentamente .

Sui finestrini del treno le risaie scorrevano veloci, alternate prima a piccoli cimiteri, poi a monotoni quartieri di villini a 2 piani. Ogni tanto un airone si posava su uno specchio d'acqua; sostava con fare sicuro, infilava il becco nell'acqua, e poi, presumibilmente sazio, riprendeva il suo volo..

L'ingegnere stava sostituendo il suo Sigma 17 X 70 con il 70 X 200, un obiettivo cui la forma allungata e cilindrica aveva portato in dote il nomignolo di “pisellone”. Dopo aver fatto qualche scatto, un suo compagno di viaggio,un ragazzo prolisso, afroeuropeo ed ipertricotico, gli chiese di poter far qualche fotografia con la sua attrezzatura; dopo aver soppesato tutto quel ben di Dio, indeciso sul da farsi e con la mente tra tasti, rotelle e scritte minuscole alzando lo sguardo "Come funziona la macchinetta?" chiese; caustico l'ingegnere rispose "Devi metterci l'occhio dentro". Tuttopube sentendosi punto sull'orgoglio, squadrò l'ingegnere e motivato a riportare la battaglia dialettica su un terreno a lui più congeniale“ "Di solito gli alti e secchi ce l'hanno grosso...facciamo una gara ?" Ribattè. L'ingegner Altoneen non raccolse la provocazione; quando Tuttopube partiva così poi era impossibile fermarlo ed il repertorio era per lo più già noto; affermazioni come "Non ho le mutande, stasera sono pronto all'uso" e "Tra moglie e marito non mettere un negro" erano già state riciclate più volte. Un sorriso di circostanza e l'I-pod sarebbe stati sufficienti.

Nonna Milvia intanto, guardando distratta alle facezia dei compagni,si era completamente concentrata nel cercare di sciogliere tutti quei piccoli nodi che facevano di quel viaggio un ganglo di emozioni senza soluzione; l'età avanzata non l'aiutava ma si consolava pensando che la lucidità in fondo le era mancata sempre. Pensava ad Hiroshima incontrata in un tramonto d'agosto, pensava alle 1000 gru di Sadako ed ai suoi occhi commossi. Pensava alla grazia distante di Tsuwano dove le sue orecchie si erano placate all'ombra del silenzio di 2000 Torii rossi.

"Comunque me sa che se vinco al superenalotto me faccio tutti i denti d'oro" L'ingegnere resisteva e Tuttopube cercava di accentrare, ancora ed invano, l'attenzione su di sè.

Pensava alle colline di Nara, ad una bellissima giornata di sole, ai cervi liberi e mansueti che le sue mani d'ottuagenaria stanche e rugose avevano accarezzato in continuazione. Pensava agli incensi penetranti che l'avevano indotta in una lunga meditazione sul segreto senso della sua timida esistenza nel tempio Todai-ji di Kyoto .

"Secondo me se cagassi saresti meno alto" Tuttopube nel frattempo continuava la battaglia con l'ingegnere passando a deriderne le stitichezze.

La nonna apparentemente immune agli altrui eventi intestinali continuava a fantasticare . Solo un lieve senso di disgusto appesantiva il suo sguardo.





* Le frasi evidenziate in corsivo sono state realmente pronunciate in terra giapponese da persone reali. I 6 episodi che compongo questo piccolo racconto vogliono cercare di inserire queste battute altrimenti sparse e senza nessi in un contesto coerente. I personaggi che compaiono, fortemente caricaturati, non possono e non vogliono quindi avere alcuna attinenza con la realtà . Insomma, amici miei, nessuno si senta offeso; a parte il tipo col corpo di scimmia ovviamente.

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